I servizi di streaming più celebri hanno avuto un ottimo andamento negli ultimi anni ma qualcosa si è interrotto.

I grandi siti come Netflix, Hulu, HBO Max, Disney+, Apple TV+, Prime Video, Paramount+ig brand del calibro di Netflix, Hulu, HBO Max, Disney+, Apple TV+, Prime Video, Paramount+ e tutti gli altri servizi targati “plus” hanno modificato il modo di vedere la Tv, andare al cinema, interagire con contenuti, film e serie TV e hanno persino modificato il modo in cui i grandi produttori di Hollywoodi. I grandi produttori di Hollywood pensano alla creazione e alla distribuzione di lungometragg

Una rivoluzione che si è consumata in un decennio e ha stravolto i precedenti oltre 100 anni di storia del cinematografo e i 70 anni della televisione.

sono bastate iscrizioni a pochi euro al mese of euros per month ìper spazzare tutto quello che si sapeva della visione dei contenuti: ma ora lo streaming video sta cambiando, ancora una volta radicalmente e profondamente.

La maggior parte dei servizi sta crescendo ma con ritmi nettamente più lenti e meno sostenibili, visto che la miniera d’oro è data dall’incremento degli abbonamenti quindi degli utenti paganti.

In altre parole, le decine di miliardi di dollari spesi ogni ano in contenuti stanno avendo rendimenti, e ritorni dell’investimento, decrescenti.

Gli investitori non sono più sicuri che lo streaming sia un ottimo affare; gli streamer cercano disperatamente nuovi modi per fare soldi. L’età d’oro dello streaming di alta qualità e dalle spese gigantesche sembra essere finita. E nemmeno gli eventi “live” sembrano essere sufficienti, anzi: persino Netflix ha problemi a garantire un’esperienza lineare in streaming di livello adeguato.


Cosa accade ora?

roku

È emersa una nuova opportunità, che non ha ancora un’espansione tale da impensierire le grandi piattaforme ma il fenomeno è da intendersi come il classico “segnale debole” che dal profondo rivoluziona il mercato. Siamo agli albori eppure è già potente:

l’abbonamento, a costo ridotto, ma con la pubblicità all’interno dei contenuti proposti. Ci sono piattaforme gratuite specializzate per essere supportate dall'adv YouTube, Pluto, Roku sono di livello internazionale e stanno avendo riscontri molto positivi.

Tanto che Netflix ha dovuto proporre un abbonamento a basso costo con pubblicità: oltre un milione di abbonati, che forse non avrebbe mai avuto, magari non molto soddisfatti ma comunque in pochi mesi una risposta che non può passare in secondo piano e deve fare riflettere.

Il vantaggio di una piattaforma con adv è che non richiede un costoso abbonamento, ma è una libreriadi contenuti richiesta da milioni di utentiE ora, mentre gli utenti cercano modi più economici per ottenere il loro intrattenimento e gli studi cercano modi migliori per monetizzare, stanno iniziando a fare più rumore perché mostrano la via per incrementare i profitti: la pubblicità.

Il futuro dello streaming

A guardarlo bene, il futuro dello streaming è gratuito o a basso costo, ha inserzioni pubblicitarie e dispone più che di raccolte di contenuti, veri e propri canali. Insomma, il ritorno al futuro è simile al tradizionale business televisivo.

In altre parole, il ritorno al futuro è simile al business delle tv tradizionaliQuesto è in realtà il punto: gli utenti non hanno cambiato modi e abitudini o gusti, hanno solo cambiato strumento

Quando parliamo di servizi di streaming gratuiti, in realtà parliamo di due cose. Entrambi hanno acronimi sciocchi. Il primo è FASTche sta per che sta per Free Ad-Supported Streaming Television:

si tratta di canali di streaming programmati sempre attivi che funzionano 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e sono più o meno analoghi ai canali di trasmissione televisiva standard. Il secondo è AVOD, o Advertising-Based Video On Demand, che si riferisce a una libreria di contenuti che puoi guardare quando vuoi. Netflix e simili sono SVOD, Subscription Video On Demand.

The second is AVOD, or Advertising-Based Video On Demand, which refers to a library of content that you can watch on demand. Netflix and similar services are SVOD, Subscription Video On Demand.

Il successo di questo streaming è nel nome: è free

Una percentuale sempre più ampia di abbonati allo streaming afferma di spendere già più di quanto vorrebbe per le piattaforme.

Infatti Un sondaggio di Deloitte un sondaggio di Deloitte ha rilevato che il 44% delle persone ha annullato almeno un servizio a pagamento negli ultimi sei mesi. Deloitte ha anche scoperto che il 59% degli utenti era felice di guardare alcuni annunci ogni ora di contenuto, purché fosse in cambio di un abbonamento più economico o addirittura gratuito.

Ecco perché sta iniziando una evoluzione o trasformazione: gli attuali SVOD (Netflix e così via iniziano ad ampliare la proposizione con abbonamenti economici ma che fanno accedere a film e serie Tv infarcite di pubblicità.

Tanto per dire, Netflix ha già scoperto che guadagna più soldi per utente con il suo piano supportato da pubblicità rispetto a quelli che genera con gli abbonamenti tradizionali.

Anche Disney+ negli Stati Uniti ha un piano supportato dalla pubblicità. Così fa il nuovo servizio Max, Peacock e, sempre di più, il resto del settore. Gli annunci sono il futuro dell’intero mercato dello streaming: ormai il dubbio non c’è più.

Tuttavia, c’è qualcosa di straordinariamente potente nel servizio di streaming veramente gratuito. Poiché gli streamer gratuiti non devono cercare di convincerti a separarti a fornire la carta di credito per addebitare 10 o più euro al mese: tanto lo streamer quanto il fruitore utente sono liberi di proporre e accettare contenuti con il patto che ci sarà pubblicità ma non pagamenti anticipati. streamer and the user are free to propose and accept content with the agreement that there will be ads but no upfront payments.

Questa predilezione degli utenti è anche frutto di una selezione di contenuti sempre meno coinvolgente, con serie e film davvero interessanti che compaiono con cadenze troppo dilatate nel tempo.

No ai pagamenti mensili

Tanta offerta ma di scarsa qualità, si potrebbe dire. Per non parlare del fatto che si paga l’abbonamento mensile e si deve attendere il mercoledì o il venerdì per vedere la nuova puntata della serie che ha catturato l’attenzione: inaccettabile inaccettabile Se fosse gratuito non ci sarebbero problemi. Ma pagando l’utente vuole tutte le puntate e subito, scegliendo di guardarle come e quando vogliono.

Altrimenti, su una serie di 10 puntate si devono mettere in conto tre mesi di pagamento del canone (4 al mese, per due mesi e mezzo) per poi trovarsi con sceneggiature, recitazione e storie ridicole

Più espliciti: la terza serie di The Mandalorian non valeva l’attesa di tutte quelle settimane per ritrovarsi con episodi farsa, ridicoli, da spaccare lo schermo dello smartphone.

Esempio concreto: la puntata 6 di The Mandalorian (un mese e mezzo dall’inizio della serie) con Joe Black è il punto più basso (ma forse si è anche scavato un po’ il fondo del barile) mai raggiunto negli ultimi 45 anni da un qualunque contenuto ispirato a Star Wars, che vergogna. E si paga pure. Questo “trucco” per mantenere attivi gli utenti ha raggiunto il suo massimo punto di tollerabilità.

Questo “trucco” per mantenere attivi gli utenti ha raggiunto il suo massimo punto di tollerabilità.

I cambiamenti nello streaming

Ciò cambia il modo in cui funzionano gli streamer gratuiti in un paio di modi interessanti. Per prima cosa, dal momento che queste piattaforme hanno un enorme incentivo a fare guardare qualcosa il più rapidamente possibile, eliminano gran parte dell’interfaccia utente che vedi nella maggior parte delle app di streaming. Non è necessario accedere, non è necessario scorrere tutti i grandi banner che mostrano nuovi spettacoli da cui spesso non si genera interesse.

Tutto ciò che conta è premere “play”.

Pluto Pluto lo porta a un estremo davvero delizioso: quando si carica l’app, FAST inizia automaticamente a riprodurre il canale FAST che si stava guardando per ultimo.

Gli streamer gratuiti hanno anche bisogno che i loro contenuti vengano trovati, il che significa che tendono a giocare con gli aggregatori e i motori di ricerca che mirano ad aiutare gli utenti a dare un senso al mondo dello streaming

Sia che si utilizza JustWatch o semplicemente Google per capire dove è presente lo streaming che interessa, i servizi gratuiti sono in genere ben rappresentati.

E se il titolo che si cerca è in streaming su uno di essi? Non è necessario avviare una prova gratuita o digitare una password per iniziare a guardare. Ancora una volta, basta premere “play”. Sì, viene sacrificato parte del tempo per vedere gli annunci.

Anche la personalizzazione tende ad essere importante per queste piattaforme. A queste non importa cosa si guarda finché si continua a guardare.

Spiega Lewinson che è un modo per attirare gli spettatori che non cercano gli stessi tipi di spettacoli di Momento culturale che vedi ovunque“Parte del nostro lavoro, tramite algoritmi e merchandising, consiste nell’offrire il contenuto giusto allo spettatore giusto, scoprire cosa gli interessa e poi servirlo di più”.

Non sta pensando a come raggiungere l’intero pubblico ma, piuttosto, a come convincere ogni singola persona a continuare a guardare.

Il concetto base è espresso bene da by Spotify: nelle playlist gratuite ci sono gli stessi set di brani di tutti gli altri, ma è il remix e la loro presentazione in modo nuovo e diverso che coinvolge gli utenti.

Per esempio Pluto vanta un team di 50 programmatori diversi che curano i canali e le guide di accesso a questi canali.